Cartoline d’ Epoca

Mostra fotografica Cartoline d’Epoca Monte Sant’Angelo (1900-1960)

La cartolina è l’espressione più genuina dell’immagine di una città, è l’archetipo che rimane inciso nel cuore di ognuno di noi, come ricordo indelebile di un’appartenenza, immagine fissa che si perpetua nel tempo. Ogni città è l’espressione di un racconto che è stato impresso nelle immagini delle sue cartoline illustrate, a perenne memoria delle speciali peculiarità artistiche e paesaggistiche. Non vi è immagine che non rappresenti l’essenza stessa della sua storia, che si riconosce attraverso le immagini cartografiche più rappresentative della sua storia millenaria.

La Mostra Fotografica “Cartoline d’Epoca” Monte Sant’angelo (1900-19060), organizzata dall’Ass. Cult. “Pro Monte”, con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale, dal 4 al 16 Agosto, presso l’Atrio superiore del Santuario di San Michele, molto riduttiva rispetto all’elevato numero di cartoline collezionate dal nostro concittadino  Pasquale Rinaldi, residente a Parma, è il racconto per  immagini dei vari aspetti storico-artistici e paesaggistici della città di Monte Sant’Angelo, raccontata attraverso le sue “cartoline”, che dall’inizio del 1900 hanno costruito e portato nel mondo quell’immagine unica di bellezza e di originalità della città micaelica. Mistero e fascino di una città millenaria, che affonda le sue origini nel culto micaelico e nella storia millenaria del suo popolo e dei suoi monumenti; popolo che nel tempo ha costruito, pietra su pietra, la sua e la nostra città, che oggi ci appare nel suo antico fascino di città legata al passato ma che nel presente vuole costruire il suo futuro. Città mediterranea e nello stesso tempo città europea, con il suo ordito architettonico e urbanistico, con le sue peculiari caratteristiche storico-artistiche, città dalle originalissime tradizioni che ci riportano verso usi e costumi degli antichi nostri progenitori, le cui origini sono legate alla civiltà daunia e a quella greco-romana. Una città che ha in sé testimonianze le più varie che ci riportano indietro nel tempo, verso le origini stesse del cristianesimo e a tutto quel mondo legato alla religiosità popolare, di cui il pellegrinaggio forse è la massima espressione, ricco di spiritualità e di ritualità sacra legata al mondo contadino e alle sue tradizioni.

La città di Monte Sant’Angelo,  da  quello  che  appare   attraverso  la storia visiva delle sue cartoline, è un mondo variegato, con le sue peculiari caratteristiche storico-paesaggistiche, di cui nel tempo i fotografi    hanno  saputo rappresentare e mettere in “bella vista”. Una città in cui il genio artistico e creativo dei nostri padri è ben rappresentato attraverso le immagini caratteristiche dei suoi monumenti e dei suoi paesaggi. Una città unica per arte, fede e tradizioni, che i nostri padri hanno voluto lasciarci e tramandare.

Le prime immagini delle nostre “cartoline” si riferiscono, per quello che si può rilevare dai timbri postali, agli anni 1904-1905, per poi proseguire con gli anni successivi. I mittenti e i destinatari sono i più diversi personaggi del tempo, quali il prof. Giovanni Tancredi, il dott. Ciro Angelillis, il giudice Carmine Fischetti, l’avvocato Leonardo Rinaldi, il Barone Nicola Bianchi,  l’avv. Filippo Ungano, l’avv. Daniele Perla,  Mons. Giuseppe Alfonso Marinelli, l’avvocato Giuseppe Sorge, il Prof. Giuseppe Marchese, il giudice Mario Torres, il prof. Guglielmo Parigini, il dott. Antonio Calderisi e tanti altri. Tuttavia bisogna osservare che la data apposta sulla cartolina viaggiata non rappresenta la data di produzione della stessa che può essere molto più antica, probabilmente anche di diversi anni prima, poiché è plausibile che le scorte erano abbastanza consistenti, tanto da far passare anche diversi anni prima che esse terminassero. Così possiamo affermare che diverse cartoline possono essere state prodotte anche alla fine dell’Ottocento.

La Mostra è suddivisa per soggetti, con specifico riferimento ai Monumenti, al Pellegrinaggio, alle Processioni, ai Panorama, alle Strade, ai Palazzi, a Scene di vita paesana. Gli  Editori o i Committenti delle cartoline erano generalmente i titolari dei Generi di Monopolio come le sorelle Masulli e Giulio Villano o i titolari di negozi, come Domenico Canniello, Giovanni Ciampoli,  Alessandro D’Iasio, Attilio D’Iasio, Matteo D’Iasio, Michele Gatta,  Amedeo Perla, Domenico Piemontese, Francesco Potenza, La Garganica,  Antonio Taronna, oppure il nostro Giovanni Tancredi che si serviva dello Stabilimento Tipografico Dalle Nogare-Armetti di Milano, di cui vi sono molte cartoline di Monte Sant’Angelo anni Venti. Ma accanto a questi vi erano veri e propri Editori di cartoline di varie città, fra cui, la  produzione di  A. Adabbo di Manfredonia, forse le più belle per l’originalità dei soggetti e delle composizioni sceniche, risalenti ai primi anni del Novecento, la produzione del Barone Nicola Bianchi di Trani, del prof. Raffaele Caruso di San Severo, di Michele Flaman, un oriundo tedesco stabilitosi a Monte Sant’Angelo, il quale aveva una sua Tipografia e infine la produzione di cartoline della tipografia di Giovanni Ciampoli, operante prima a Monte Sant’Angelo, dal 1924 al 1956, e poi dal 1957 a Foggia, dove lavorarono molti nostri concittadini, futuri titolari di tipografie, come Antonio Marino, Emiddio Armillotta, Donato Renzulli, Pasquale Lauriola, Matteo Bisceglia, Antonio Iaconeta, Franco Prencipe, Matteo Biscari, Pasquale Palumbo. Giuseppe Cotugno e Michele Cassa hanno incominciato la loro attività di fotografi ed editori di cartoline negli anni Cinquanta. Le immagini che questi editori-fotografi hanno voluto tramandarci nel tempo, con i loro clichè, a volte ripetuti nelle loro immagini stereotipate, fra cui il Santuario di San Michele, il Campanile, la Tomba di Rotari, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, le scene di pellegrinaggio, i panorami con le antiche mura della città, le  immagini del castello,  le strade antiche, i palazzi signorili, quasi a perpetuare la loro esistenza silenziosa ma ben presente nell’immaginazione popolare della gente del luogo, sono le stesse che i turisti e i molti pellegrini hanno voluto portare con loro una volta ritornati nei loro paesi di origine, le stesse riprodotte a migliaia  nelle cartoline spedite a ricordo della loro presenza nella città garganica. Sono immagini che hanno avuto anche delle varianti che il tempo e gli uomini hanno prodotto, specie per quanto riguarda i monumenti, per cui a volte alcune parti sono presenti in alcune immagini fotografiche, mentre altre sono scomparse, distrutte dagli eventi oppure dall’incuria degli uomini.

Dell’intero corpus fotografico le immagini più caratteristiche ed originali sono quelle in cui la città si specchia attraverso le sue classi sociali e l’ordinaria esistenza quotidiana della sua gente. Così fra le foto d’epoca troviamo quelle riguardanti la vita che si svolgeva lungo le strade della città e nella piazza principale, l’attuale Piazza Duca D’Aosta. E’ un mondo in cui fa da sfondo il quotidiano esistenziale legato al mondo artigianale e al picciolo commercio, come quello che si intravede nella piazza, dove si vendono oggetti in terracotta, piccole baracche lungo il corso della città, chioschi a forma ottagonale, fra cui il primo Ufficio postale degli anni Venti,  che oggi non esistono più, gente vestita tipicamente alla contadina, carri tipici montanari legati al trasporto della merce e a volte anche della gente che doveva trasferirsi nella piana di Siponto, strade dove ancora è possibile ricostruire l’antico tessuto urbano, con palazzi generalmente ad un solo piano, con i famosi e singolari camini dalle forme più variegate, strutture con archi ormai scomparse che sorreggono scalinate e ballatoi, che portano ai piani superiori. Il tutto a rievocare un ambiente tipico di inizio Novecento, allorquando  i primi viaggiatori stranieri si avventuravano in terra meridionale alla scoperta dell’antica civiltà greco-romana e  medievale, ma anche della civiltà contadina meridionale. Tutto ciò lo ritroviamo nelle foto di paesaggi, in cui si vede la città che dall’alto domina le vallate sottostanti, caratterizzate dalle lunghe file di muri a secco, da strisce di terre messe a coltura, da case rurali sparse lungo il pendio scosceso del terreno, fuori della cinta muraria che circonda l’abitato medievale, con le sue possenti mura circolari di età normanne, a racchiudere il Monastero francescano, la Tomba di Rotari, il Campanile angioino, il Santuario, il Castello, vigile contro qualsiasi minaccia o invasione di popoli proventi dal mare. Terra ostile al povero contadino che nella dura roccia ha costruito la sua abitazione, specie nella parte inferiore del rione Junno, l’antico borgo medievale, che si dispiega lungo il crinale sud, con le sue strade strette e la sua architettura spontanea, con i caratteristici camini che hanno attirato l’attenzione di quasi tutti gli scrittori e i viaggiatori che dall’Ottocento fino ad oggi hanno salito il Sacro Monte. Una città che si dispiega lungo il crinale della montagna, con le sue vallate che si distendono lungo i tratturi che portano dalla piana di Macchia verso la Sacra Grotta, vie sacre per la presenza di numerose chiese rupestri, quasi a testimoniare la presenza nel tempo di milioni di pellegrini anelanti verso la grotta dell’Angelo. La Mostra ci introduce in questo mondo che ormai non c’è più, ma che è rimasto ancora nei nostri cuori, per farci capire che il presente senza il passato non ha storia, non ha cultura, non ha radici su cui fondare la propria vita futura.  Quindi un ripercorre a ritroso la nostra storia, il tempo che è passato, ma che ci ha lasciato quel ricco patrimonio culturale, di cui noi dobbiamo essere fieri di ereditarlo e di salvaguardarlo e tramandarlo alle nuove generazioni. E questo è anche la finalità della presente Mostra. Nulla si costruisce, se il tutto non affonda le sue radici nel nostro passato.

CARTOLINE D’EPOCA (1900-1950)

SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO

Chiesa di San Michele. Ed. A. Adabbo, Manfredonia, 1910.

Facciata della Chiesa Palatina S. Michele, Ed. A. Adabbo, Manfredonia, 1912.

Il Campanile angioino (1274). Foto Dott. Cav. A. Ceccato – Ancona

 (Cartolina del 1919 viaggiata nel 1939) 

Corso Vittorio Emanuele II e Campanile di S. Michele. Stab. Dalle Nogare – Armetti e C. Milano. Prop. Ris. Prof. G. Tancredi, Monte Sant’Angelo, 1914.

PROCESSIONI E PELLEGRINAGGI

Basilica di S. Michele. Editori Prof. Raffaele Caruso

e Michele Giordano, San Severo, 1913. 

Pellegrinaggio in Corso Vittorio Emanuele.

Ed. D. Piemontese – Monte Sant’Angelo. Foto M. Giordano, 1919.

COMPLESSO SANTA MARIA MAGGIORE –TOMBA DI ROTARI

Tomba di Rotari. Monumento Nazionale. Proprietà riservata – Edizione Giovanni Ciampoli, 1933.

Sezione del mausoleo di Rotari (Monumento Nazionale). P. R. Domenico

Piemontese, Monte Sant’Angelo, 1919.

Chiesa di Santa Maria Maggiore. P. R. Domenico Piemontese,

Monte Sant’Angelo, 1924.

IL CASTELLO

Castello Normanno. Proprietà riservata della Tipografia Flaman & C.

Fotog. Cap. Guadagnini – Montesantangelo, 1904.

Castello del Gigante. B. Nicola Bianchi, Editore – Trani, 1905.

Castello Angioino. Torre del Gigante. Ed. A. Adabbo, Manfredonia, 1910.

Castello Normanno (sud-est). Stab. Dalle Nogare – Armetti e C. Milano.

Prop. Ris. Prof. G. Tancredi, Monte Sant’Angelo, 1915.

PANORAMA

Panorama visto da sud-ovest. P. R. Domenico Piemontese, Monte Sant’Angelo, 1925.

Panorama da sud-ovest- R.R. Domenico Piemontese Monte S.Angelo – 1910.  Viaggiata nel 1931

Monte Sant’Angelo visto da Sud. Ed. A. Adabbo, Manfredonia, 1910.

Panorama di Monte Sant’Angelo visto da Sud-Est. Ed. A. Adabbo,

Manfredonia, 1910.

STRADE E MONUMENTI

Corso Vittorio Emanuele II. Venditori di oggetti di terracotta. Ed. A. Adabbo,

Manfredonia, 1910.

Corso Vittorio Emanuele II. Ed. A. Adabbo, Manfredonia, 1910

Corso Vittorio Emanuele II. Ed. A. Adabbo, Manfredonia, 1910

Corso Vittorio Emanuele II. P. R. Domenico Piemontese,

Monte Sant’Angelo, 1925.

Obelisco di S. Michele nella Via Reale Basilica. P. R. Domenico

Piemontese, Monte Sant’Angelo, 1919.

Campanile di S. Benedetto e finestra dell’antico ospedale per i pellegrini poveri, fatto costruire dalla Regina Giovanna I nel 1350. Proprietà riservata Cav. Prof. Giovanni Tancredi, Monte Sant’Angelo 1915.

Piazza della Rivoluzione. Proprietà riservata Cav. Prof. Giovanni Tancredi, Monte Sant’Angelo, 1937.

Il campanile di San Francesco. Ed. Giovanni Tancredi, Monte Sant’Angelo, 1938

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