LA CIVILTÀ DEI PELLEGRINAGGI

Ho incontrato con vero piacere il Prof. Paolo Caucci von Saucken, uno dei massimi studiosi del pellegrinaggio cristiano e grande esperto di quello di Santiago di Compostela. Un incontro cordiale che  mi ha ricordato le sue letture dei miei libri sul pellegrinaggio micaelico e sulla  Via Sacra Langobardorum. Testi che, ormai, secondo quanto mi ha riferito, fanno parte della storia del pellegrinaggio cristiano e nello stesso tempo sono considerati come fonte critica della civiltà dei pellegrinaggi,

di cui oggi si tende a far rivivere attraverso la ricostruzione dei grandi itinerari della fede, come  quello che portava a Roma, a Santiago di Compostela, a Gerusalemme e non ultimo verso il Santuario di San Michele sul Gargano. Grandi itinerari da cui è sorta

la civiltà dei pellegrinaggi e da cui ha avuto origine la formazione culturale e politica dell’Europa, che affonda le sue radici nel cuore della cristianità e lungo le strade del pellegrinaggio cristiano. Tutto ciò è stato ribadito, con forza e determinazione, nella presentazione del volume  La Via Francigena del Sud. Da Roma ai porti d’imbarco per la Terra Santa, una Guida scritta da Monica D’Atti e Franco Cinti, per l’Editore Terre di Mezzo. Un’occasione per ribadire l’importanza del pellegrinaggio cristiano e quindi della sua grande valenza storico-culturale, oltre che spirituale. Grandi itinerari della fede lungo la Via Francigena, la Via Romea, la Via Gerosolimitana e non ultima la Via Sacra Langobardorum o Via Francigena del Sud, un neologismo, secondo Caucci von Saucken, che non ha alcuno riscontro nella documentazione storica, ma che serve a  distinguerla da quella del Nord.

Monte Sant’Angelo: Santuario di San Michele

Queste grandi vie, tuttavia, secondo Caucci von Saucken, avevano in comune l’esistenza di determinati requisiti, che potevano andare dall’esistenza di un luogo di fede, della presenza di zone archeologiche, legate alle origini cristiane, l’esistenza di hospitium o di luoghi di ristoro, oltre che di ospitalità per la notte. Caratteristiche che hanno determinato il riconoscimento del Cammino di Santiago di Compostela  a Strada culturale dell’Europa. Riconoscimento che, oggi, può essere dato senz’altro alla Via Francigena del Sud o Via Micaelica, che si caratterizza soprattutto per la presenza del Santuario micaelico in Monte Sant’Angelo,  diventato, dal 2011, Patrimonio Mondiale dall’Unesco.
Il Prof. Caucci ha sottolineato che  il pellegrinaggio è costituito da una sola rete di camminamenti, su cui si svolge, in maniera organica, l’intero percorso del pellegrinaggio cristiano, che va dal lontano Santuario di San Giacomo in Galizia fino a Gerusalemme, estremo lembo della cristianità europea. E lungo questa linea si svolge, ancora oggi,  l’intero percorso del pellegrinaggio cristiano, da cui, poi, deriva l’eredità spirituale e culturale della civiltà occidentale. Un’eredità che rappresenta il passato ma che nel presente ancora oggi si concretizza attraverso il pellegrinaggio moderno. In questo senso, chi si mette lungo le strade dei pellegrini, non fa altro che seguire le orme dei propri padri. Infatti, il pellegrinaggio è l’espressione di un popolo, di una cultura religiosa, di una spiritualità di fede che si manifesta attraverso l’appartenenza ad un luogo sacro, che diventa, nello stesso tempo, luogo dell’anima, luogo della memoria, luogo della fede. Il camminamento visto come filosofia di vita, come specchio di una cultura che affonda le sue radici nella fede cristiana. Ma, sopratutto nella cultura dell’ospitalità e nella ricerca dell’Altro, sia esso divino che umano. Per questo, ogni guida non è altro che la ricerca dei luoghi da visitare, ma nello stesso tempo da conoscere nelle sue valenze naturali, culturali e spirituali. Un immergersi nei luoghi sacri della fede, ma, oggi, anche nei luoghi sacri dell’esistenza intesa come rapporto con la Madre Terra, la stessa che è fonte di vita e fonte di saperi. E gli Autori Monica D’Atti e Franco Cinti, con la loro Guida La Via Francigena del Sud, non hanno fatto altro che ripercorrere i luoghi reali e i camminamenti dei pellegrini  diretti da Roma a Santa Maria di Leuca di Finibus Terrae, dopo aver visitato il Santuario micaelico a Monte Sant’Angelo, per imbarcarsi poi verso Gerusalemme.  Percorso che oggi devono affrontare i  pellegrini della Confraternita di San Jacopo  di Compostela, che dal porto di Manfredonia devono portarsi, con una barca, la Thai,  verso Gerusalemme sulla rotta degli antichi viandanti per la Terra Santa: costa pugliese fino ad Otranto, quindi le coste greche di Cefalonia, Zacinto, Creta, Cipro e infine Acri sulla costa della Terra Santa. Il tutto coordinato dall’Ass. Italia Nostra e dalla Lega Navale di Manfredonia.

Sul piano pratico la Guida rappresenta un valido strumento per la conoscenza dei luoghi, descritti direttamente dagli Autori lungo il loro pellegrinare, in maniera tale, come essi affermano nella loro Introduzione,  da “raccogliere i nostri sogni, le nostre esperienze e le nostre ricerche come pellegrini, raccontando la strada che è anche un cammino interiore, un cammino per le anime che vorranno percorrerlo cercando qualcosa di più del solo gusto del camminare in mezzo alla natura o del passare attraverso luoghi storici per

Francia, Normandia, Mont Saint-Michel

ammirare opere d’arte”. Una Guida, afferma Caucci von Saucken, che “non é soltanto una ricostruzione storica ed archeologica di un percorso, ma espressione di una sensibilità e di un’esperienza che porta a cogliere lungo un tracciato le memorie, le tradizioni e il sistema di valori che ne costituiscono l’anima”. Per cui si cammina lungo la storica e bellissima Via Appia e poi sulla Via Latina, sulla Via Traiana e infine sulla Via Traiana-Costantiniana o Traiana-Calabra, o meglio, su quello che rimane di questi percorsi, su quello che ci è stato lasciato in eredità.  In questo percorso viene privilegiata la tappa Troia-Siponto-Monte Sant’Angelo e quindi verso la Montagna Sacra, là dove è sorto il Santuario di San Michele, verso cui i Longobardi per primi rivolsero la loro attenzione, tanto da considerarlo come un instrumentum regni, determinando nel contempo la loro conversione al cristianesimo. Tale itinerario o tappa obbligata della cristianità medievale si  configurava nel trittico: Homo, Angelus, Deus, il senso di un cammino storico che ancora oggi viene  vissuto dalla cristianità moderna: Roma (Homo), luogo degli apostoli Giacomo, Pietro e Paolo, Monte Sant’Angelo (Angelus), luogo dell’Angelo,

Torino: Sacra di S. Michele in Val di Susa.

Gerusalemme (Deus), luogo del Cristo Redentore. Itinerari della fede ma anche della diffusione della civiltà occidentale, le cui radici le troviamo in Oriente, terra di sogni e di spiritualità. Sul Gargano, affermano gli Autori della Guida, “si creava un forte legame tra l’assolata terra pugliese e la nordica e fredda Normandia. Un cammino, il Fendente Micaelico, univa infatti il santuario di Mont Saint-Michel au-peril-de-la-mer alla Sacra di San Michele lungo la Via Francigena con Monte Sant’Angelo. Un cammino che richiamò molto presto la devozione dei longobardi e dei popoli normanni, dei crociati di passaggio e di tanti singoli pellegrini”. In questo modo la Puglia divenne terra di approdo , ma anche terra da conquistare, come fecero i Normanni, rimanendovi e creando le basi per la civiltà occidentale, con l’apporto delle maestranze locali. Terra di conquista, ma anche terra di creatività artistica, la cui eredità oggi è patrimonio di tutti, una eredità storica e culturale, di cui il pellegrinaggio fu uno dei fattori determinanti per la diffusione della cultura e della civiltà occidentale in terra europea.

                                                     GIUSEPPE PIEMONTESE   

 

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