RIGENERARE I CENTRI STORICI. TUTELA, SVILUPPO E SICUREZZA STRUTTURALE

Nella Sala delle Conferenze Stampa della Camera dei Deputati, l’Associazione Italia Nostra ha organizzato l’11 Aprile 2018 una Conferenza stampa su: Rigenerare i centri storici. Tutela, sviluppo e sicurezza strutturale. Tale iniziativa nasce da una sperimentazione riguardante il Sito UNESCO di Monte Sant’Angelo, che ha come base programmatica di tutelare e valorizzare non solo il Santuario di San Michele, ma soprattutto  la Buffer Zone, che riguarda soprattutto il Centro storico, il quale rientra di diritto nel Piano di Gestione del Sito UNESCO.

Tale finalità ha portato, quindi, Italia Nostra, ma specialmente la Sezione Gargano, presieduta da Maria Gioia Sforza, a monitorare, attraverso conferenze e seminari di studi, il recupero del centro storico di Monte Sant’Angelo, la tutela e la conservazione delle mura  medievali, la salvaguardia dei terrazzamenti, l’ampliamento della Buffer Zone e la riapertura dell’accesso originario alla Basilica longobarda. Il tutto visto nell’ambito delle finalità dell’Associazione Italia Nostra, fra cui la salvaguardia e la tutela del paesaggio, in nome della bellezza e della salvaguardia del patrimonio storico-culturale ed artistico. Nella Conferenza stampa, svoltasi presso la Camera dei Deputati, si è vista la  partecipazione dell’Arch. Maria Francesca Arena, componente probiviri dell’Ass. Italia Nostra, che ha aperto i lavori, affermando che il focus della Conferenza è la Rigenerazione dei centri storici, con riferimento specialmente alla sicurezza strutturale. Un argomento che è stato trascurato in questi ultimi anni e che oggi è prioritario specie in riferimento alle devastazioni degli ultimi eventi sismici in Umbria e nelle Marche. L’attenzione sui Centri storici è derivata,

Monte Sant’Angelo. Santuario di San Michele. Sito UNESCO

oggi come non mai, in quanto il fenomeno ha riguardato diversi Siti Unesco, di cui l’Italia ha il maggio numero. La relatrice ha fatto riferimento al concetto di bellezza, un concetto che gli antichi hanno sempre tenuto presente; bellezza come rispetto delle regole dell’arte, come sapienza dei gesti e così facendo hanno prodotto bellezza e ci hanno lasciato degli edifici storici immemorabili specie nei nostri centri storici. Con la bellezza noi stiamo bene, in quanto il bello ha una implicazione etica, che ci fa star bene. La vera utilità (utilitas vitulliana) è nel creare benessere. Purtroppo, oggi, questi concetti sono in crisi, in quanto l’utilità ha preso il posto del concetto di bellezza. Infatti tutto è rapportato all’utilità economica e quindi all’utilità finanziaria e del profitto. Oggi bisogna pensare alla rigenerazione come ad una grande opera pubblica. E tutto deve essere riferito al concetto di “bene pubblico”, o “bene comune”. Oggi bisogna, ha continuato la relatrice, considerare la rigenerazione urbana come  un processo organico di restauro, con riferimento al significato di recupero di ciò che è in abbandono o in stato di degrado ambientale.

Sono seguiti numerosi interventi, fra cui l’arch. Roberto Lorusso,  vicepresidente “Scuola Ingegneria & Architettura” impresa sociale, che ha parlato de: Il ruolo della formazione professionale per la rigenerazione dei centri storici. Ha fatto riferimento soprattutto ai vari programmi svolti dalla Scuola di Ingegneria ed Architettura, fra cui Convegni, Seminari, Corsi di studi, riguardanti  varie tematiche, come la valutazione dei rischi strutturali e la sicurezza strutturale riferita ai Beni culturali. Inoltre la Scuola si è interessata anche della vulnerabilità degli impianti architettonici ed urbanistici dei centri storici, su cui sono stati effettuati vari Master con docenti di varie universitarie italiane e straniere.

Successivamente è seguito l’intervento di Maria Gioia Sforza, Consigliere Nazionale Italia Nostra e Presidente della Sezione Gargano, che ha fatto riferimento alle finalità dell’Ass. Italia Nostra nel difendere e tutelare il paesaggio italiano e nello specifico quello del Gargano. Infatti la Sezione

Monte Sant’Angelo. Centro Storico. Buffer Zone

Gargano vuole monitorare il centro storico di Mont Sant’Angelo, Sito UNESCO,  ma anche i tanti borghi minori, che in questi ultimi anni hanno subìto la distruzione a causa degli eventi sismici, vedi quelli delle Marche, da cui la relatrice proviene. Un monitoraggio che oggi si avvale di un decalogo riguardante le norme di tutela e di valorizzazione dei centri storici.    Successivamente è intervenuto l’arch. Carlo Clementone, che ha illustrato un Progetto di infrastrutture riguardante i comuni della linea Ascoli, Rieti, Roma, con specifico riferimento ai comuni terremotati.

È seguito l’intervento di Amedeo Vitone, del Politecnico di Bari, presidente “Scuola Ingegneria & Architettura” impresa sociale, che ha parlato su La mitigazione del rischio strutturale degli edifici. Come Ingegnere strutturale ha illustrato il tema della rigenerazione dei centri storici, con riferimento soprattutto alla sicurezza strutturale. Secondo il relatore la rigenerazione riguarda soprattutto il significato di valorizzare gli spazi e metterli in sicurezza, con riferimento alla esigenza di efficienza energetica, di razionalizzare gli spazi, al fine di attrarre il pubblico, per scoprire di ogni luogo la sua identità e la sua memoria storica, con riferimento alle sue  origini. Riconoscere, cioè, nel territorio urbano, specie nei piccoli centri, la propria storia e la propria cultura. Quindi porre l’attenzione alle strategie e ai metodi da seguire, intesa come ricchezza che ormai stiamo perdendo e di cui non siamo del tutto consapevoli. Recupero di rigenerazione urbana, come è stato per il centro storico di Genova, la Via Nuova o Via Garibaldi, un tempo degradata e periferica, che ha visto coinvolti l’Amministrazione pubblica, gli ingegneri, gli architetti, la comunità intera, fra cui i committenti. Si deve cercare una chiave di lettura, ha ribadito il relatore, sul piano della tutela, difendendo i Beni culturali ad ogni costo, in quanto memoria storica. E di ciò noi tutti abbiamo delle responsabilità. C’è bisogno di creare le basi per una nuova rinascita culturale dei “beni comuni”, specie se il tutto viene visto oggi come degenerazione culturale del “bene comune”. Fra questi Beni culturali un posto di primo piano occupano i centro storici, che sono la memoria storica di ogni città, nata nell’Ottocento e che oggi sono all’attenzione pubblica, per quanto riguarda la loro crisi sul piano sociale ed ambientale. E oggi i principali rischi, per quanto riguarda i centri storici, sono la pericolosità, la esposizione e la loro vulnerabilità. Pericolosità sismica e ambientale. Esposizione riguardante il danno temuto che compromette il bene, fra cui anche quello umano. Vulnerabilità come segno distintivo di debolezza, con riferimento ad un possibile evento. Di tutto  ciò dobbiamo essere convinti, in quanto presuppone, poi, in definitiva delle possibili iniziative da intraprendere. Quando si parla di centri storici, di cui 600mila edifici da tutelare, bisogna riferirci alla possibilità di far intervenire la politica, con le sue leggi e la sua progettualità strutturale per quanto riguarda la salvaguardia e la tutela dell’esistente. Fra le altre cose, oggi, bisogna puntare sulla metodologia della diagnosi per edifici che sono pericolanti. Ciò è molto importante, prima di intervenire in maniera superficiale.

È seguito l’intervento di Maria Adele Teti, ordinario di Urbanistica Università di Reggio Calabria, presidente Italia Nostra sezione Catanzaro, che ha relazionato su: La città futura tra concentrazione e dispersione urbana. Il centro storico questione aperta: Squillace e Catanzaro. La relatrice ha posto il problema sulla valenza dei centri storici, che hanno perso la loro centralità rispetto alla città consolidata e in espansione. Oggi i Centri storici rischiano di diventare solo come centri turistici e non più come centri vitali sul piano sociale ed economico, a causa del fenomeno dell’abbandono da parte dei suoi abitanti. Bisogna tornare alla originalità della difesa  e della salvaguardia dei centri storici, come centri vitali, e non come mummificazione di se stessi. Bisogna salvaguardare soprattutto i centri minori, in quanto molti beni culturali sono presenti proprio in essi. Italia Nostra deve tornare allo spirito combattivo di Antonio Cederna e quindi alle sue origini. Il primo passo che si deve fare è il fascicolo della struttura del fabbricato, cioè all’identità di esso, così come esso è nato e si è evoluto. Sul piano urbanistico, dopo i piani conoscitivi, c’è bisogno di piani di interventi in base alla vulnerabilità delle zone e quindi dei suoi fabbricati. Purtroppo l’ultima legge sul consumo del suolo ha dato  facoltà alla gente e alle amministrazioni locali di espandere l’abitato in maniera indiscriminata e all’infinito.

Successivamente è seguito l’intervento di Luigi De Falco, Consigliere Nazionale Italia Nostra,   sul tema: Sperimentazione sito UNESCO Monte Sant’Angelo, Puglia, con riferimento al tema della rigenerazione urbana e all’eco-sostenibilità, e, quindi, alla crisi dei centri storici. Purtroppo oggi la legge sui centri storici dà la facoltà di sventrare il loro tessuto urbano, così come è stato fatto nei riguardi del centro storico di Firenze, con delle riserve insufficienti per una  organica riqualificazione, vedi per esempio a Napoli e  a Cosenza, i cui interventi sono stati fatti in maniera superficiale e a volte dannosi, senza che le soprintendenze potessero intervenire. E tutto questo avviene anche nei Siti Unesco, fra cui quello di Monte Sant’Angelo. Il nostro  impegno è quello di suggerire ai parlamentari, specie quelli giovani, delle norme di salvaguardia per la tutela dei centri storici.

È seguito l’intervento di Paolo Solonia, del Direttivo  ICOMOS  su: La Buffer Zone dei siti UNESCO, il quale ha parlato della questione dei rischi dei centri storici, rischi che oltre ad essere strutturali, sono antropologici e di sistema, con riferimento alla loro autenticità. Ha fatto riferimento alla necessità di creare una sinergia di rete fra tutte le associazioni che hanno a cuore la salvaguardia del paesaggio, con un patto di cittadinanza per rigenerare il territorio nella sua enorme complessità. Il termine di rigenerazione è un termine pericoloso, per l’applicazione delle leggi. Per questo bisogna invertire le tendenze e stabilire i valori della cultura.

Ha chiuso la Conferenza stampa il Presidente di Italia Nostra, Oreste Rutigliano, il quale ha affermato che bisogna continuare tale dibattito, in quanto il vero problema risiede nella inadeguatezza della politica e, quindi, nel disfacimento di essa sul piano culturale. Bisogna continuare la lotta per la difesa del paesaggio sul piano storico-culturale e sul piano antropico, facendo leva sul concetto di cultura e di civiltà. Infine da sottolineare la presenza, nella Sala Conferenza,  della Consigliera Angela Lombardi, in virtù del suo incarico, in Consiglio Comunale di Monte Sant’Anglo, come Presidente della Commissione consiliare UNESCO.

 

                                                  GIUSEPPE PIEMONTESE

                                           Società di Storia Patria per la Puglia

 

 

 

 

 

 

 

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